Le nuove prospettive per il Lavoro agile in Comune

Mercoledì 7 Ottobre 2020

Sei giorni al mese di smartworking per ogni dipendente e una ‘banca’ delle giornate mensilmente non fruite cui attingere per ulteriori giorni di lavoro da casa al fine di conciliare le esigenze dei lavoratori con il funzionamento dei servizi comunali. È questo l’obiettivo più ambizioso cui l’Amministrazione sta lavorando a seguito del confronto che si è svolto oggi con le organizzazioni sindacali e la RSU.

Il monte giornate, secondo l’ipotesi al vaglio degli uffici, verrà calcolato sul numero complessivo di giornate di smartworking realmente utilizzate mensilmente dai dipendenti di ogni singola direzione; le giornate non godute potranno essere ridistribuite nello stesso mese fra i colleghi della direzione secondo un principio di solidarietà e di equilibrio tra le esigenze dei dipendenti e l’efficienza dei singoli uffici.

Alle misure di flessibilità già adottate dall’Amministrazione si aggiunge la flessibilità oraria in uscita, con recupero del monte ore non lavorate nello stesso mese, per conciliare la vita lavorativa con i tempi della scuola.

“Continua l’impegno della Amministrazione nell’individuare, in accordo con le rappresentanze sindacali, soluzioni che garantiscano flessibilità, sicurezza e servizi al cittadino. Lo smartworking – spiega l’assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Risorse umane Cristina Tajani – rimane centrale in questa strategia anche attraverso soluzioni innovative e solidali come quelle allo studio degli uffici e la flessibilità in uscita per i genitori. Abbiamo di fronte mesi ancora complessi e gravosi e l’impegno di tutti è massimo per garantire la sicurezza dei dipendenti, la conciliazione e l’efficienza dei servizi”.

Confermata dal Tavolo l’estensione del lavoro agile, 5 giorni su 5, per tutti i dipendenti che hanno ottenuto dal medico competente la certificazione di fragilità nonché per beneficiari di legge 104, genitori di figli inferiori ai 14 anni a casa per Covid, personale in isolamento fiduciario e in quarantena etc.

Resta invariata la disponibilità ad andare in deroga al tetto massimo dei sei giorni di smartworking per tutte quelle direzioni i cui uffici, per conformità o dislocazione, non consentono un corretto distanziamento di sicurezza tra le postazioni dei singoli dipendenti.

L’Amministrazione sta anche valutando la possibilità di creare una rete diffusa di postazioni di lavoro “di prossimità” per contenere gli spostamenti e decongestionare i trasporti pubblici.

Il provvedimento riguarda circa 5.000 dipendenti, tra tutte le varie direzioni, e conferma come il Comune di Milano sia tra le poche realtà pubbliche ad aver concesso la possibilità del lavoro a distanza al 100% delle posizioni le cui mansioni vengono considerate gestibili da remoto, complessivamente circa un terzo dei suoi 15.000 dipendenti.
 

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