Comune e sindacati insieme per il "Buon lavoro"
Sindaco Sala: “Le risorse pubbliche vanno utilizzate con trasparenza, efficacia ed economicità e sempre nel rispetto dei principi di salvaguardia del lavoro, della giusta contrattazione e della concorrenza leale”
Tajani: “Mettiamo in campo uno strumento per tutelare i lavoratori nei cambi d’appalto, perché la qualità del lavoro sia sempre un punto qualificante dello sviluppo della città”
L’Amministrazione comunale mette al centro della sua azione l’attenzione verso i lavoratori e la tutela del “Buon lavoro”. Firmato oggi il Protocollo d’intesa per la qualità del lavoro negli appalti del Comune e il contrasto alle gare al massimo ribasso che minano la tutela dei lavoratori e la libera concorrenza. A sottoscrivere l’intesa, a Palazzo Marino, con il Sindaco Giuseppe Sala e l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani, il Segretario Generale della CGIL di Milano, Massimo Bonini, con Carlo Gerla, Segretario Generale Cisl di Milano Metropoli, e Danilo Margaritella, Segretario Generale della UIL di Milano e Lombardia.
"Nell'uso delle risorse pubbliche è necessario garantire massima trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità – ha dichiarato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala –. Tuttavia ottemperare a questi principi prioritari negli appalti pubblici non autorizza a derogarne altri, dalla tutela del lavoro regolare e sicuro al rispetto della contrattazione e della concorrenza leale. È proprio questo che sancisce il protocollo di intesa che sottoscriviamo oggi con le organizzazioni sindacali, a testimonianza di una proficua collaborazione e condivisione di intenti: la volontà, l’impegno e la responsabilità per l'Amministrazione Pubblica di Milano di salvaguardare il ‘buon lavoro’ di tutti coloro che operano per il Comune, anche in appalto e nelle società partecipate. Ancora una volta Milano mette in campo una buona pratica e contribuisce a indicare la via da percorrere in tema di lavoro".
"Con questo protocollo – commenta l’assessora Tajani – non ci impegniamo solo a salvaguardare l’occupazione nei cambi di appalto, ma stabiliamo il principio che chi lavora per il Comune di Milano, anche tramite appalto, non debba essere vessato da contratti inadeguati, orari capestro, salari non congrui. Realizzare questo obiettivo non gravando sulle procedure, rispettando le normative italiane ed europee, le esigenze delle imprese e i vincoli di economicità degli enti ha richiesto un grande lavoro di analisi, di relazione, di monitoraggio che da anni con le organizzazioni sindacali svolgiamo all’interno dell’Osservatorio sul mercato del lavoro. Il risultato è un modello che oggi mettiamo all’attenzione della città, delle nostre aziende partecipate, delle imprese private perché la qualità del lavoro sia un punto qualificante dello sviluppo della città. Temi peraltro che richiedono l’attenzione della politica nazionale, laddove si vogliano individuare norme esigibili e insieme garanti della dignità del lavoro e propulsive per la nostra economia".
"Questo protocollo – commentano i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL, Bonini, Gerla e Margaritella – aggiorna quello firmato nel 2018, alla luce delle modifiche normative intervenute e dell’intensa attività di contrattazione sugli appalti e sui bandi che abbiamo svolto in questi ultimi anni con il Comune, attività grazie alla quale abbiamo tutelato diverse centinaia di lavoratrici e lavoratori. Il nuovo accordo conferma le garanzie nella delicatissima fase di cambio appalto grazie alla clausola sociale che prevede il mantenimento dei posti di lavoro, dei diritti e delle condizioni economiche; inoltre, rafforza i principi della trasparenza, privilegiando sempre le procedure aperte, della qualità (e non del prezzo) come criterio per le scelte dell’Amministrazione e del massimo presidio della legalità con la limitazione del subappalto; introduce anche alcune tutele per i cosiddetti ‘appalti intellettuali’, talvolta settore di sfruttamento di giovani professionisti; stabilisce che al personale coinvolto sia applicato il contratto nazionale di categoria previsto per il tipo di mansioni appaltate. Stabilisce anche che il Comune si farà parte attiva per promuovere l’applicazione di questo accordo alle società Partecipate. Il valore di questo protocollo va però ben oltre il territorio milanese e intende porsi come modello su scala nazionale, in particolare in un momento nel quale sono in discussione le regole sugli appalti: queste modifiche non dovranno mai andare a discapito dei diritti dei lavoratori".
Il protocollo nasce dalla volontà condivisa dalle parti di individuare, come prioritario, l’obiettivo della responsabilità sociale negli appalti e nella gestione dei servizi da parte dell’Amministrazione. Una firma volta a favorire il rispetto della contrattazione, il lavoro regolare e sicuro nonché la concorrenza leale ma soprattutto garantire la continuità lavorativa per i lavoratori.
Nello specifico il protocollo intende scoraggiare, ove possibile, il ricorso da parte dell’Amministrazione a gare e appalti incentrati al massimo ribasso economico favorendo l’adozione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale sistema di valore nello scegliere i soggetti aggiudicatari. Viene pertanto considerata come premiante la qualità complessiva dell’offerta, soprattutto quando questa garantisce il rispetto dei contratti nazionali e territoriali vigenti, nei singoli settori di riferimento, e, nel caso di cambi di gestione, d’appalto o di servizio, venga data priorità all’assorbimento e all’utilizzo del personale precedentemente impiegato per lo svolgimento delle stesse mansioni garantendo in tal modo, oltre alla continuità lavorativa per i lavoratori e la prosecuzione dei diritti acquisiti, il trattamento economico e la qualità dei servizi erogati.
Il protocollo promuove, inoltre, un minor ricorso ai subappalti e alle subconcessioni che spesso impoveriscono il lavoro e riducono di fatto le responsabilità in capo al committente e alle imprese appaltanti. Prassi che spesso si rivela causa di problematiche in termini di regolarità contributiva e di sicurezza.
Sempre per tutelare la continuità lavorativa e favorire la "buona occupazione", il protocollo prevede, ove possibile, la stipula di contratti d’appalto o di servizio della durata non inferiore ai 4 anni quale buona prassi per l’Amministrazione, volta a favorire, su tutto il territorio metropolitano, la diffusione del lavoro qualificato e non precario.
Infine, viene istituito e implementato dall’Amministrazione un registro dei fornitori, esecutori e appaltatori comprensivo di un elenco di imprese che abbiano segnalazioni di pregressi impieghi di manodopera con modalità irregolari o che abbiano fatto ricorso a illegittime forme di intermediazione per il reclutamento di personale al fine di favorire la trasparenza e la legalità.
I sottoscrittori del protocollo sono anche autori di un avviso comune indirizzato al Governo in cui le parti richiedono che le medesime tutele siano recepite anche in eventuali modifiche delle leggi sugli appalti: in questa fase storica le risorse europee possono e devono rappresentare un’occasione di sviluppo equo e sostenibile per tutti e le regole che indicano come queste risorse verranno spese sono fondamentali affiche esse rappresentino un’opportunità anche per i lavoratori e le lavoratrici.
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