Il lavoro delle donne nell’Italia contemporanea
Nell’'ambito della manifestazione “I talenti delle donne”, mercoledì 12 febbraio 2020 alle ore 17 presso la Sala degli specchi di Palazzo Reale, sarà presentato il volume di Alessandra Pescarolo, Il lavoro delle donne nell’Italia contemporanea (2019), undicesimo titolo della collana “Storia delle donne e di genere”.
Interviene, oltre all'Autrice, Silvia Salvatici - Docente di Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Milano
A seguire, dalle ore 18, la Tavola rotonda ‘’Il lavoro delle donne come volano di inclusione e sviluppo’’ con Cristina Tajani - Assessora alle Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane del Comune di Milano, Paola Bocci - Consigliera regionale, Maurizio del Conte - Presidente di AFOL Metropolitana
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Gradito un preavviso a plo.mercatolavoro@comune.milano.it
Sinossi
Come sono cambiate, nella storia, le leggi e le obbligazioni morali che regolano il lavoro femminile? E come hanno influito sulle pratiche concrete? I mariti “normalmente” mantenevano le mogli, considerando incompatibile con il proprio onore la loro presenza negli spazi pubblici? Oppure le donne hanno sempre lavorato, in casa e fuori? Il lavoro era fonte di autostima e diritti o era solo una penosa incombenza cui ci si doveva rassegnare? Le domande sono molte e il dibattito è intenso, ma per la prima volta questa sintesi vuole offrire una risposta.
Possiamo così ripercorrere una nuova storia delle italiane dall’Ottocento a oggi, seguendo per le varie figure professionali le tensioni fra rappresentazioni ed esperienze. Il racconto parte però da un breve flashback sul mondo antico, essenziale per impostare una storia del lavoro che sia anche culturale. Mestieri e soggetti ripopolano una scena dominata fino a oggi dal mito della fabbrica fordista: contadine e domestiche, setaiole e trecciaiole, sarte e ricamatrici. E poi telefoniste, commesse, dattilografe, maestre e infermiere, avvocatesse, donne medico e magistrato. Ma anche lavoratrici della casa, con il loro lavoro di cura, produttivo di beni e di valori, indispensabile alla vita e alla società. Fino alle giovani di oggi, esposte nuovamente alla precarietà e al disincanto di una rivoluzione incompiuta.
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