Lavoro Agile: Milano modello nazionale

Lunedì 26 Novembre 2018

Il Comune di Milano fa scuola sui temi dell’innovazione organizzativa, del lavoro agile e della formazione legata ai congedi di maternità e paternità. Lo testimonia un protocollo appena firmato dall’Amministrazione di Milano con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità, che riconosce il Comune di Milano come modello sui temi dello smart working nella pubblica amministrazione, proprio nel momento in cui anche dall’Europa arriva un importante riconoscimento della bontà della sperimentazione che il Comune ha avviato in tema di congedi parentali.

Le azioni sono state promosse dall’Assessorato che unisce significativamente le deleghe al Lavoro e Attività Produttive a quelle alle Risorse Umane dell’ente, in una logica di dialogo tra pubblica amministrazione e città.

“Essere presi a modello dall’Amministrazione nazionale e nel contempo attrarre risorse europee per implementare ed esportare verso l’esterno quanto attuato in questi anni a favore della conciliazione vita-lavoro – commenta l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse Umane Cristina Tajani – conferma che siamo sulla strada giusta. Noi abbiamo fin da subito posto il tema dell’impossibilità di agire nella P.A. come in un’isola, creando forme di sperimentazione del lavoro agile in rete con le parti sociali e gli attori economici del territorio. Il buon lavoro è fatto di buona organizzazione e della capacità di valorizzare al meglio le competenze dei dipendenti, favorendo anche una cultura della condivisione degli impegni familiari che renda perseguibile la parità tra uomo e donna. Per questo abbiamo scelto di permettere una giornata di lavoro agile in più per i padri, a fronte di un dibattito nazionale che va in direzione opposta, e di certificare le soft skill sviluppate dalle donne in maternità e dai padri durante i congedi parentali. Siamo certi che, come per il lavoro agile, anche su questo molti ci seguiranno”.

Nel particolare, il protocollo “Lavoro agile per il futuro della PA” si pone l’obiettivo di contribuire a diffondere nelle Pubbliche Amministrazioni un nuovo modello culturale di organizzazione del lavoro più funzionale e flessibile, capace di rispondere alle esigenze di innalzamento della qualità dei servizi e l’attuazione di politiche di conciliazione vita-lavoro prendendo a modello quanto realizzato dal Comune di Milano, a partire dal 2014 a oggi, con il progetto “Settimana del Lavoro Agile”. 

 Il Dipartimento per le pari opportunità realizzerà, in coordinamento con le sedi centrali, regionali e locali della PA, una serie di incontri (almeno 5 giornate tra workshop e iniziative) per sensibilizzare e informare i principali stakeholder sulle caratteristiche e i benefici dello smart working su tutto il territorio nazionale ma soprattutto in regioni come Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il Comune di Milano, dal canto suo, si impegna a partecipare attivamente alle giornate di formazione e promozione mettendo a disposizione l’expertise del proprio management, in qualità di portatore di buone pratiche, nonché tutta una serie di propri documenti, dati e informazioni utili all’efficace realizzazione delle attività di informazione e sensibilizzazione sul tema del lavoro agile e la collaborazione tra soggetti pubblici e aziende private.

L’accordo di collaborazione si svilupperà sino al 2020 proprio per garantire un lasso di tempo sufficiente a coprire tutto il territorio nazionale.

Anche sul tema della valorizzazione della genitorialità nel mondo del lavoro il Comune di Milano ha fatto scuola. L’Amministrazione ha scelto di certificare le competenze e le soft skills delle donne, sviluppate durante il periodo di maternità, così come degli uomini che scelgono di usufruire del congedo di paternità. Si tratta di una serie di capacità affinate dal ‘master’ che i genitori – e in particolare le donne – fanno nella gestione dei figli e che si rivelano particolarmente utili nel rientro al lavoro. La gestione del tempo, l’empatia, la capacità di collaborare con gli altri e la creatività ne sono solo un esempio. Fondamentale è però che gli ambienti di lavoro sappiano riconoscere e ‘sfruttare’ queste competenze ed è quindi indispensabile che vi sia una formazione condivisa e coordinata con i responsabili e l’assetto dirigenziale.

Forte di questa sperimentazione il Comune di Milano ha partecipato al bando indetto dalla Commissione Europea e si è aggiudicato 1,3 milioni di euro di fondi per portare questa buona pratica all’esterno, per sviluppare, testare e implementare strategie innovative che consentano alla città nel suo insieme di guardare alle donne, alle madri e ai padri come una risorsa e di affermare modelli di genitorialità condivisa e di parità tra donne e uomini nel mondo del lavoro e al suo ingresso.

Il progetto, denominato PaaM, Parenting as a Master, vede il Comune di Milano capofila di un partenariato che comprende: Agenzia Metropolitana per la formazione l’orientamento e il lavoro, Life Based Value, Gruppo Cooperativo CGM (Ita), Associazione Basic Income Network Italia, A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie, Agenzia del Lavoro della Provincia Autonoma di Trento, Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit – A.I.C.CO.N., REVES – Réseau Europeen des Villes et Régions de l’Economie Sociale (Belgio); EUROMASC (Norvegia).

Il progetto PaaM intende sviluppare un programma di formazione volto a sensibilizzare i diversi attori pubblici e privati sulle questioni di genere e sulle misure di equilibrio vita-lavoro e sull’importanza della genitorialità in funzione di una migliore crescita professionale. In particolare verranno sviluppate due iniziative mirate: la prima dedicata alle donne disoccupate, volta a promuovere la loro occupabilità, la seconda rivolta specificatamente alle imprese presenti sul territorio milanese e alle loro dipendenti. Nello specifico, la realizzazione del progetto PaaM può contare su circa 1,7 milioni di euro, di cui 1,3 finanziati dalla UE e 348mila quale quota di cofinanziamento a carico dell’intero partenariato. Il progetto, avrà una durata di 24 mesi con inizio previsto, presumibilmente, a settembre 2019.

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