Libro bianco sull’Innovazione sociale
Il Libro racchiude cinque anni di politiche innovative e Milano si conferma leader nell'innovazione sociale
Assessore Tajani: “Siamo al primo posto in Italia nella creazione di nuove forme e modelli organizzativi. Ora è il momento di consolidare le buone pratiche”
E’ stato presentato nella Sala stampa di Palazzo Marino dall’assessore alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani, il “Libro bianco di Milano sull’Innovazione sociale”. Un progetto, sviluppato in collaborazione con la Fondazione Brodolini, che racconta il percorso che ha portato la città, negli ultimi cinque anni, a sperimentare soluzioni che promuovono l’innovazione sociale.
Lo studio nasce a seguito della partecipazione del Comune di Milano al progetto “Boosting Social Innovation”, all’interno del programma europeo URBACT III, che ha l’obiettivo di avviare un confronto tra le città partecipanti sul tema dell’innovazione sociale, per favorire la creazione di nuovi modelli e nuove forme organizzative in grado di affrontare le nuove sfide sociali. Al progetto aderiscono, oltre a Milano, diverse città europee tra cui Danzica, Barcellona, Torino e Parigi.
“La ricerca che presentiamo oggi – ha commentato l’assessore alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani – dimostra che Milano ha assunto negli ultimi anni il ruolo di leader per quanto riguarda l’innovazione sociale e che gli sforzi fatti in questa direzione dall'Amministrazione sono stati giustamente indirizzati. Abbiamo promosso le buone pratiche della sharing economy, agevolato nuovi percorsi di autoimprenditorialità, finanziando la nascita di più di 600 startup e incentivando il lavoro agile. Le basi sono gettate, ora è necessario renderle solide e consolidate”.
L’analisi si è occupata, in prima istanza, di mappare le sperimentazioni che il Comune di Milano ha messo in atto negli ultimi cinque anni e che abbracciano l’innovazione sociale a tutto tondo, partendo dagli otto incubatori nati con il supporto dell’Amministrazione, sino ai circa 50 coworking dislocati in tutta la città, passando dai fablab che stanno ridisegnando la manifattura digitale.
Oltre all’impatto in termini di nuove imprese e occupazione, questi spazi collaborativi svolgono un’altra importante funzione sociale, perché offrono l’occasione di recuperare luoghi della città inutilizzati. L’Amministrazione ha investito circa 1,5 milioni di euro per la riqualificazione di alcuni edifici, l’ultimo in ordine di tempo è Base Milano, inaugurato poco meno di un mese fa negli spazi delle ex acciaierie Ansaldo di via Bergognone.
Accanto a questi progetti il Comune di Milano ha scelto di sostenere anche iniziative partecipate e dal basso, svolgendo un ruolo di supporto e promozione. Uno degli esempi più recenti è il crowfunding civico, un programma di raccolta fondi da parte dei cittadini per finanziare progetti della città e per la città legati all’innovazione sociale.
La ricerca quindi mostra una città che ha voglia di proporre soluzioni concrete, che non si è lasciata sopraffare dalla crisi ma, al contrario, ha colto nuove opportunità per ricominciare a crescere. Il prossimo passo è cercare di aumentare la portata dell’innovazione sociale presente sul territorio, ad esempio coinvolgendo un numero elevato di attori (cittadini, aziende) sia in città che in un contesto geografico più ampio. L’Amministrazione è chiamata a raccogliere questa sfida e a lavorare assieme agli attori dell’ecosistema locale per rafforzare i legami già esistenti e creare un tessuto di relazioni e contaminazioni.
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