Come affrontare i disagi degli operatori UEPE

Lunedì 25 Giugno 2018

Lo scorso 13 giugno si è tenuto presso l’Aula Magna del Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita (CCP) di viale Gabriele d’Annunzio 15 un seminario sul rischio stress lavoro correlato (SLC) delle operatrici e degli operatori della giustizia degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.).

Modesto Prosperi, dell’Ufficio del Garante dei Diritti delle persone private di libertà del Comune di Milano, ha introdotto l’evento e spiegato l’importanza di questo incontro per il benessere sul luogo di lavoro.

Alessandra Naldi, Garante dei Diritti delle persone private della libertà del Comune di Milano, ha ricordato che il compito del Garante è anche quello di contribuire al benessere del personale, nei diversi aspetti, dalla formazione al miglioramento delle condizioni materiali di lavoro, al contributo a risolvere quelle situazioni che possono essere foriere di difficoltà personali ed evolvere anche negativamente e per fare ciò, ha sottolineato, è fondamentale una buona cooperazione tra le parti.

Severina Panarello, Dirigente dell’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna (U.I.E.P.E) di Milano, ha ribadito la necessità della collaborazione fra Comune, ATS e Servizi territoriali per ottenere buoni risultati in termini di annullamento della recidiva e di reinserimento nella società, non nascondendo però le difficoltà che incontrano le operatrici e gli operatori della giustizia in ambito di esecuzione penale esterna, tra cui la sensazione di non potersi prendere pause, l’essere sempre in fibrillazione e il doversi adattare alla normativa in costante evoluzione.

Elio Gullone, tecnico della prevenzione dell’ATS della città di Milano, ha elencato le diverse fonti di malessere di chi lavora dentro e fuori il carcere, come la depersonalizzazione e la scarsa realizzazione personale. Si è soffermato poi sul d.lgs. 81/2008 contenente indicazioni sulla gestione dello stress sul lavoro e che introduce le figure della prevenzione in tutti i livelli dell’organizzazione e ha condiviso alcune buone pratiche, concludendo il suo intervento ricordando che la salute e la sicurezza non sono e non possono essere temi di contrattazione o di contrapposizione.

Sul rischio di emotività negata e sulle proposte di gestione del burnout e dello stress lavoro correlato si è soffermata Valentina Fenaroli, docente a contratto presso al Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, indicando, tra le buone prassi, l’incentivo ai momenti di riflessione (Gruppi di discussione di casi, Supervisioni, Discussioni sulle proprie motivazioni al lavoro, ecc.) e l’integrazione tra cultura intellettuale («sapere tecnico») e cultura emozionale.

Benjamin Fishman, ricercatore e collaboratore dell’Ufficio della Garante, ha presentato il questionario online inviato agli iscritti al seminario per conoscere le condizioni di lavoro delle persone operanti nell'area penale esterna.

Riccardo Bruno, Vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia, ha esposto gli aspetti professionali e organizzativi del lavoro dell’assistente sociale specificando che l’assistente sociale svolge principalmente una professione di aiuto alla persona in stato di bisogno, operando, con autonomia tecnico-professionale e di giudizio, in tutte le fasi dell’intervento per la prevenzione, il sostegno ed il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio.

Caterina Scalise, praticante avvocato presso il Foro di Milano, si è soffermata sulla definizione e sulla differenziazione dei fenomeni del mobbing, straining e bossing, evidenziando che l’introduzione di una normativa specifica sicuramente può agevolare la tutela del lavoratore ma, affinché gli strumenti giuridici abbiano efficacia, occorrono modelli più umani di cultura organizzativa, che consentano ai lavoratori di rimanere uomini e di sentirsi parte integrante del lavoro, non soggetti esposti al mobbing.

Paolo Caironi, dell’Ufficio vertenze della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, ha illustrato il difficile percorso verso il risarcimento del danno da mobbing o da stress da lavoro correlato, un percorso comune nel quale spetta al lavoratore l'onere di provare i fatti, mentre grava invece sul datore di lavoro l’onere di provare la non imputabilità dell’inadempimento.

Il seminario si è concluso con un partecipato dibattito moderato da Modesto Prosperi.

I materiali del seminario possono essere scaricati dal sito della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) partner del CCP.
 

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C.C.P.

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