Mal di sushi o mal di pesce?
Il Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita (CCP) in collaborazione con il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell'ATS Milano (ex Asl), partner del Centro stesso, ha organizzato, il 9 novembre scorso, un incontro pubblico intitolato “Mal di sushi? rischi reali - falsi miti – pregiudizi” dedicato alla “sindrome sgombroide”.
I medici e i veterinari dell’ATS Milano hanno fatto chiarezza sul fenomeno delle intossicazioni da pesce, causate dal consumo di prodotti ittici contenenti alti livelli di istamina, erroneamente associate al consumo di sushi, in quanto il problema non è legato all’etnia della cucina, italiana o orientale, bensì alle modalità di preparazione e conservazione del pesce, che, se errate, possono portare a un deterioramento dell'alimento, e quindi alla comparsa della sindrome sgombroide in chi lo ingerisce.
Il “Mal di sushi” ha detto la dottoressa Maria Grazia Doria, non esiste, è una definizione fantasiosa, che non ha nulla di scientifico. Infatti “Mal di sushi” è la impropria, ma sicuramente più accattivante definizione con la quale è balzata agli onori della cronaca la sindrome sgombroide associata al consumo di pesce.
Nell’ATS Milano, ha evidenziato la dottoressa Linda Mantia, i controlli nelle attività alimentari sono effettuati dalla SC Igiene Alimenti e Nutrizione del Dipartimento di Prevenzione Medico e dalla SC Igiene della Produzione Trasformazione, Commercializzazione, Conservazione e Trasporto Alimenti di Origine Animale e loro derivati del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, ognuno per i campi di propria competenza, poiché l’approccio all’alimento deve riguardare non soltanto il prodotto o il singolo processo produttivo, ma tutta la filiera alimentare, dalla fornitura fino alla distribuzione; è necessario pertanto il contributo professionale fornito sia dal Dipartimento di Prevenzione Medico sia dal Dipartimento di Prevenzione Veterinario.
Il dottor Massimo Meazza nell’illustrare l’attività del Dipartimento Veterinario negli episodi di sindrome sgombroide, ovvero intossicazione da istamina, ha descritto l’andamento dei controlli ufficiali in Milano e il sistema RASFF europeo per le allerte alimentari.
Il dottor Renato Malandra ha ulteriormente specificato che la sindrome sgombroide è una patologia che si manifesta solo dopo il consumo di determinati specie di pesci in cui si è formata una ammina tossica ovvero l’istamina. I pesci coinvolti sono: tutti i tonni, i tonnetti, gli sgombri, la sardina, l’aringa, l’alaccia, l’agone, l’acciuga o alice, il pesce serra, la lampuga, il costardella e la ricciola del Pacifico, in quanto le loro carni sono ricche di un amminoacido, l’istidina, che in condizioni di scarsa igiene e cattiva conservazione si trasforma in istamina, un’ammina tossica e termostabile.
Ha concluso la dottoressa Simonetta Fracchia, direttore della Struttura Complessa Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’ATS Milano, sollecitando i presenti a farsi promotori della diffusione di quanto appreso durante l’incontro, al fine di contenere l'allarme nato nelle ultime settimane attraverso i mass-media, e far conoscere i rischi reali con le informazioni corrette, evitando facili pregiudizi.
Il materiale del seminario può essere scaricato dal sito della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP), partner del CCP.
con il relativo link per scaricare il materiale.
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